
“La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice
assenza di malattia o di
infermità”.1
È questa la definizione di salute secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, una
definizione che sottolinea quanto la salute mentale sia una componente essenziale della
salute di un
individuo.1
Ma che cosa si intende per salute mentale?
Quando si parla di salute mentale si intende uno stato di benessere emotivo e psicologico
in cui l’individuo è in grado di1:
- realizzare i propri bisogni a partire dalle proprie capacità cognitive ed emozionali;
- esercitare la propria funzione nella società e nella vita di comunità costruendo e mantenendo buone relazioni;
- far fronte alle esigenze della vita quotidiana, superando le tensioni e gestendo ed esprimendo le proprie emozioni e le proprie capacità di cambiamento per raggiungere una soddisfacente qualità di vita;
- operare le proprie scelte ed esprimere la propria creatività e spirito di iniziativa, lavorando in maniera produttiva.
Malattie mentali e stigma
Nonostante le malattie mentali siano molto comuni, sono ancora associate a un forte stigma
e a episodi di
discriminazione.3
“Stigma” è una parola di origine greca che indica i segni che venivano fatti sul
corpo per
evidenziare attributi
moralmente negativi, e assume quindi un carattere di marchio, che etichetta come diverso e
inaccettabile un
individuo o una classe di individui.1
Tra le persone con malattie mentali, quasi 9 su 10 affermano che lo stigma e la
discriminazione hanno
influenzato negativamente le loro vite.3
Le condizioni di vita delle persone con malattia mentale, infatti, non dipendono solo
dalla gravità della malattia,
ma anche dal grado della loro accettazione da parte della famiglia, degli amici, dei
datori di lavoro e della
società in generale.1,3
Il pregiudizio che si accompagna alla malattia mentale, derivante da paura e
incomprensione, crea un circolo
vizioso di alienazione e discriminazione.1
Questo fenomeno diventa spesso la causa principale di un grave isolamento sociale e di
fenomeni di
emarginazione, che si ripercuotono sulla qualità della vita della persona (difficoltà nel
trovare un lavoro o una
casa, nell’instaurare relazioni stabili e a lungo termine…).3
Le ricerche dimostrano, inoltre, che lo stigma non solo allontana chi soffre dagli altri e
da se stesso, ma riduce
anche la capacità di richiedere aiuto e supporto.1
A ciò si aggiunge il fatto che l’opinione pubblica tende a perpetuare e a diffondere
un’immagine densa di
pregiudizi riguardo il malato di mente, descrivendolo come una persona “diversa” e
pericolosa, che vive
esperienze bizzarre e talvolta incomprensibili.1
Come andare oltre lo stigma?
Cosa possiamo fare per superare questo stigma?
Sono molte le false informazioni che circolano sulle malattie mentali, contribuendo
all’isolamento delle
persone affette da disagi mentali, che spesso arrivano a provare vergogna per il loro
stato di “non normalità”.1
Quali sono, quindi, gli stereotipi/pregiudizi più diffusi, alla base della
stigmatizzazione?1
FALSO I problemi di disagio mentale sono rari e a me non può succedere.
VERO In realtà una persona su quattro ogni anno ha esperienza di un problema di
salute mentale.
FALSO Non si può aiutare chi ha problemi di salute mentale.
VERO Ci sono moltissime cose che si possono fare per aiutare chi ha problemi di
salute mentale. Innanzitutto,
ad esempio, si deve cercare di stabilire un contatto con la persona affetta da disagio
mentale, ascoltandola
senza giudicarla e trattandola allo stesso modo delle persone cosiddette “normali”.
FALSO Dai problemi di salute mentale non si esce.
VERO È vero che i problemi di salute mentale possono non scomparire
definitivamente, ma molte persone che
ne sono affette lavorano, hanno famiglia e conducono una vita piena.
FALSO Dalla malattia mentale non si guarisce.
VERO La malattia mentale non necessariamente ha un decorso negativo. Gli studi
evidenziano che 1/3 delle
persone guarisce completamente, 1/3 mantiene un livello medio di disturbo e riesce a
condurre una normale
vita sociale, e 1/3 vive invece con una grave disabilità. La falsa credenza per cui la
malattia mentale è sempre
una malattia incurabile porta a perdita di fiducia, disperazione, abbandono e logorio
dei rapporti
interpersonali.
FALSO Le persone con malattia mentale non possono lavorare.
VERO Le persone che soffrono di malattia mentale possono lavorare anche in presenza
di sintomi. Il lavoro
aiuta a rinforzare il senso di autostima, a migliorare le relazioni sociali e a recuperare
il proprio ruolo all’interno
della famiglia.
FALSO Le persone con una malattia mentale sono violente e pericolose.
VERO La maggior parte delle persone con malattia mentale non è violenta o
pericolosa: ad esempio molti dei
crimini commessi da malati di schizofrenia sono reati minori legati alla sopravvivenza. Le
persone con malattia
mentale sono, di fatto, più facilmente vittime di violenza piuttosto che autori di
violenza.
FALSO La malattia mentale è contagiosa.
VERO La malattia mentale non è contagiosa. La fuga dai contatti sociali e
lavorativi peggiora la condizione
delle persone con malattia mentale e porta alla stigmatizzazione dei luoghi di trattamento
e dei professionisti
della salute mentale.
FALSO Chi si rivolge al Centro di salute mentale è un “matto” o un debole.
VERO Rivolgersi ai professionisti e ai luoghi di cura rappresenta il primo passo
per cercare di superare le
proprie difficoltà e riprendere in mano la propria vita quando non si riesce a farlo da
soli. Ai Centri di salute
mentale accedono sia persone con disturbi mentali caratterizzati da sintomi che
interferiscono con la normale
percezione della realtà sia persone con disturbi mentali caratterizzati da sintomi che in
realtà sono forme
severe di emozioni normali (disturbi d’ansia o da panico, depressione, etc.).
Come affrontare lo stigma associato alla malattia mentale?
E per quanto riguarda invece chi ha una malattia mentale? Come gestire il pregiudizio e lo
stigma che spesso si
trovano quotidianamente ad affrontare?
Per prima cosa è importante capire che il giudizio degli altri origina sempre da una
mancanza di comprensione
piuttosto che da informazioni basate sui fatti.4
Inoltre, bisogna ricordare che i diritti delle persone con disturbo mentale non sono
diversi da quelli di tutti gli
altri cittadini, secondo il dettato costituzionale.1
Non è mai facile ma ci sono alcuni comportamenti che si possono mettere in atto e che
possono aiutare ad
affrontare questa situazione.4
-
Cercare le cure adeguate.4
Non tutte le persone affette da un disturbo mentale decidono di curarsi. Le ricerche hanno dimostrato che, tra la popolazione generale, è diffusa la messa in atto di una distanza sociale nei confronti di persone con malattie mentali. Questo allontana ancora di più l’individuo con sofferenza psicologica dall’inizio della cura più appropriata per la propria condizione clinica.1 È importante non lasciare che la paura di venire etichettato impedisca di cercare aiuto. Cure adeguate possono contribuire a stare meglio, a capire cosa c’è che non va e a ridurre i sintomi e la loro interferenza con il lavoro e la vita personale. 4 -
Non permettere che lo stigma provochi mancanza di fiducia in se stessi e
vergogna.4
Lo stigma non viene solo dall’esterno. La malattia mentale è considerata da molti una manifestazione di debolezza, un disagio da vincere da soli e rivolgersi a uno specialista è percepito spesso come una sconfitta, una carenza di volontà, provocando profonda vergogna. Il ruolo della vergogna nello sviluppo e nel mantenimento del disagio psicologico negli adulti è molto comune. La vergogna, quindi, può essere considerata un fattore chiave per lo sviluppo e/o il mantenimento del disagio psicologico e dei successivi problemi di salute mentale in alcuni adulti con disabilità intellettive lievi o moderate.1 Cercare un supporto, imparare a conoscere la propria condizione ed entrare in contatto con altre persone che hanno un disturbo mentale può aiutare invece a recuperare l’autostima e a superare l’autogiudizio distruttivo. 4 -
Non isolarsi.4
Le persone con un disturbo mentale possono essere riluttanti a parlarne. Invece, qualora se ne senta il bisogno, è importante mettersi in contatto con persone di cui ci si fida per ricevere comprensione e supporto.4 -
La malattia non definisce la persona.4
È importante sapere che “tu non sei la tua malattia”. Ad esempio, invece di dire “sono bipolare” si può dire “Ho un disordine bipolare”.4 -
Unirsi a un gruppo di supporto.4
Esistono numerosi gruppi nazionali e locali che lavorano per ridurre lo stigma (http:// www.tartavela.it/servizi-territoriali.html; https://www.sospsiche.it/nc/forum-salute-mentaleopuscoli-helpline-psichiatria/indirizzario-italiano.html…). -
Cercare supporto a scuola.4
Parlare con i maestri, i professori o i coordinatori può permettere di capire qual è l’approccio e le risorse migliori. Qualora la malattia mentale influenzi l’apprendimento, si possono individuare dei programmi appositi. È importante ricordare che discriminare gli studenti per via di una malattia mentale è contro la legge e gli educatori sono tenuti a venire incontro al meglio alle esigenze di ciascuno.4 -
Dì la tua contro lo stigma.4
Questo apparentemente piccolo gesto potrebbe aiutare gli altri ad affrontare sfide simili e allo stesso tempo contribuire a educare le persone sulle malattie mentali.4
1. Ministero della Salute. Fatti e cifre contro lo stigma. Disponibile al link: http://www.salute.gov.it/imgs/
C_17_opuscoliPoster_422_allegato.pdf
2. WHO. Piano d’azione per la Salute mentale 2013-2020. Disponibile al link: http://www.salute.gov.it/imgs/
C_17_pubblicazioni_2448_allegato.pdf
3. Mental Health Foundation. Stigma and discrimination. Disponibile al link: https://www.mentalhealth.org.uk/a-to-z/s/stigma-anddiscrimination
4. Mayo Clinic. Mental health: Overcoming the stigma of mental illness. Disponibile al link: www.mayoclinic.org/diseases-conditions/
mental-illness/in-depth/mental-health/art-20046477